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sabato 1 dicembre 2012

Focaccia con farina di grano duro - mdp

Amo il pane e gli impasti lievitati in generale e alla pizza del sabato sera non so proprio rinunciare!
Preparare l'impasto in casa però ci permette di ottenere un prodotto sicuramente più sano di cui conosciamo perfettamente gli ingredienti, ma anche più economico e divertente!


500g di farina di grano duro (semola rimacinata) biologica
Mezzo cubetto di lievito di birra
320g di acqua
Due cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
Un cucchiaino e mezzo di sale fino

Mettere nel cestello della macchina del pane la farina, il lievito, l'acqua e l'olio e avviare il programma solo impasto. 
Se preferite impastare a mano, conviene sciogliere il lievito in mezzo bicchiere d'acqua e unirlo alla farina, aggiungendo poi a poco a poco l'acqua rimanente e l'olio fino ad ottenere un impasto morbido, liscio e omogeneo.
Aggiungere il sale dopo il segnale acustico della macchina, o comunque dopo aver bene amalgamato il lievito con la farina, per non rischiare di compromettere la successiva lievitazione.
Una volta terminato, lasciar riposare l'impasto direttamente nel cestello, o in una ciotola avvolta in un panno umido, per circa 3 ore o comunque fino a quando non raddoppia di volume.
Trasferire l'impasto rovesciando il contenitore direttamente sulla teglia forno precedentemente oliata e distribuirlo delicatamente con i polpastrelli, fino a coprire tutto il fondo.  A seconda dello spessore, si otterrà una focaccia più spessa e morbida, come quella della prima foto, op più sottile e croccante, come questa.

Condire con gli ingredienti desiderati e lasciar lievitare per un'altra mezz'oretta, intanto preriscaldare il forno a 200°.
Io ne ho fatte due, una classica con pomodori pelati a tocchetti, olio extra vergine d'oliva, origano e sale:


E una con un pesto sfizioso, ottenuto frullando:
Una decina di olive verdi, snocciolate a mano
Un cipollotto rosso
Una manciata di capperi sotto sale precedentemente sciacquati
Una piccola zucchina verde
Un filo d'olio extra vergine d'oliva
Pepe nero macinato al momento
Acqua per amalgamare























Cuocere per circa 30 minuti a 200°, poi alzare la temperatura del forno a 250° per altri 10 minuti.
Se il vostro forno, come il mio, tende a seccare un po' troppo l'impasto, provate a inserire una ciotola di pyrex colma d'acqua sul ripiano inferiore.

Quando i bordi saranno dorati, controllate che lo sia anche la parte inferiore e sfornare, altrimenti attendere ancora 5 minuti. 
Ed ecco la vostra focaccia del sabato sera, con la crosta croccante e profumata!




giovedì 29 novembre 2012

Zuppa con cavolo nero, lenticchie e patate

Con queste temperature rigide, cosa c'è di meglio di una bella zuppa calda per confortare il corpo e lo spirito? Ricca di gusto e povera di grassi è proprio quello che ci vuole contro il freddo di questi giorni.

Ingredienti per due persone:
100g di lenticchie
100g di riso (io ho usato l'Arborio)
100g (4-5 coste) di cavolo nero biologico
Due patate di media grandezza
Uno scalogno
Uno spicchio d'aglio
Pepe nero macinato fresco
Olio extra vergine d'oliva
Un cucchiaino di dado fatto in casa

Tritare lo scalogno, rimuovere la buccia dello spicchio d'aglio senza schiacciarlo, pelare le patate e tagliarle e tocchetti ci circa un cm di lato. Sciacquare le lenticchie sotto acqua corrente, rosolarle con un filo d'olio extra vergine d'oliva insieme lo scalogno, l'aglio e le patate per pochi minuti. Aggiungere una quantità d'acqua pari al triplo del volume delle lenticchie. Portare a bollore e cuocere a fuoco medio, con il coperchio, per circa 30 minuti. Nel frattempo lavare e mondare il cavolo nero, dividere in due le foglie nel senso della lunghezza e tagliarlo a pezzi di circa 3 cm. Unirlo alle lenticchie  dopo circa 5 minuti, aggiungere il riso e il dado vegetale. Completare la cottura, eliminare lo spicchio d'aglio  e servire con una spolverata di pepe nero macinato al momento. E, volendo, anche un filo d'olio extra vergine d'oliva a crudo non guasta. 

giovedì 18 ottobre 2012

Miglio tricolore con tofu affumicato croccante

Questo è stato il mio primo esperimento con il miglio. Non l'avevo mai provato prima, l'ho acquistato a peso in questo negozio, che vende prodotti alla spina, non solo cereali e legumi, ma anche vino, detersivi e prodotti per l'igiene. 
Cercando info sul web ho trovato che si cuoce per assorbimento, più o meno come il cous cous.



Ed ecco quindi la mia ricetta: dosi per due persone
100g miglio
2 zucchine scure
Una decina di pomodorini pachino o piccadilly
Mezza cipolla rossa
100g tofu affumicato
Un filo d'olio extra vergine d'oliva
Pepe, sale, curcuma

Far soffriggere la cipolla tritata con un filo d'olio extra vergine d'oliva, aggiungere le zucchine tagliate a tocchetti. Dopo pochi minuti unire mezzo bicchiere d'acqua e cuocere per una decina di minuti. Quando il fondo di cottura è asciutto, aggiungere il miglio precedentemente sciacquato. Lasciarlo tostare e poi aggiungere il triplo del suo volume d'acqua, in cui avrete disciolto un pizzico (o più) di curcuma e un pizzico di sale, coprire e lasciar cuocere per circa 15 minuti senza sollevare il coperchio né mescolare.
Nel frattempo, abbrustolire il tofu tagliato a cubetti fino a renderlo croccante. Utilizzate una padella antiaderente, oppure una in metallo;  in questo caso è necessario aggiungere dell'olio per non farlo attaccare.
Infine, sminuzzare i pomodorini (a me piacciono appena scottati e ancora freschi, se li preferite più cotti aggiungeteli insieme al miglio) e unirli al miglio, una volta cotto. 
Spegnere il fuoco e lasciar riposare per circa cinque minuti, ancora con coperchio. Questo serve a fare in modo che il miglio assorba l'eccesso di sughetto e si insaporisca ancora di più. Assaggiare, aggiustare di sale e aggiungere pepe a vostro gusto. 
Impiattare e distribuire su ogni piatto una manciata di tofu croccante.



P.S. Questa ricetta risale a giugno, quando zucchine e pomodori erano prodotti di stagione e il cielo azzurro permetteva di scattare foto come queste sul balcone. ;-)

giovedì 24 maggio 2012

Esperimenti: vegan burger

La ricetta del ritorno: tra esami, lavoretti saltuari, traslochi e vari altri progetti manco dal blog da un bel po'. Vi presento, quindi, questa ricettina facile facile, che ho avuto modo di sperimentare in diverse varianti.

L'alternativa alla carne più conosciuta sono sicuramente i burger. Ne ho provati diversi tipi, senza trovare nulla che fosse davvero soddisfacente, a mio gusto, oltre al fatto che i prezzi sono davvero esagerati considerando le materie prime.
Da qui l'idea di provare a riprodurre questa ricetta, una scorta in freezer è davvero comodissima.
Trattandosi di un esperimento, mi sono limitata nelle dosi. Il risultato è stato buono, quindi scrivo qui la ricetta, in previsione di replicare a breve, magari variano le spezie aggiunte.

Dosi per un solo burger (moltiplicare per il numero che volete realizzare)
35g di fagioli borlotti secchi precedentemente ammollati, lessati, e lasciati raffreddare
Un cucchiaio di soia granulare
Un cucchiaio di farina di ceci
Gomasio
Erba cipollina
Sale e pepe
Pangrattato q. b.

Tritare i fagioli ben freddi, in modo da ottenere un trito e non una crema.
Ammollare il granulato di soia in acqua tiepida per cinque minuti, quindi strizzarlo e unirlo ai fagioli tritati.

 Aggiungere il gomasio...














 ...l'erba cipollina, sale e pepe.












 Mescolare la farina di ceci con l'acqua sufficiente ad ottenere una pastella fluida, questo sarà il nostro legante.









Unire la pappetta di farina di ceci al mix di fagioli, soia disidratata, gomasio ed erba cipollina  e mescolare per omogeneizzare il tutto. Aggiungere del pangrattato se necessario.









 A questo punto dovrebbe essere possibile compattare l'impasto e dargli una forma rotondeggiante.









 È ora possibile schiacciare un po' la pallina per darle la tipica forma. Volendo, ci si può aiutare con della pellicola trasparente. 










Il risultato è questo:

 A questo punto è possibile congelarli, oppure cuocerli nella maniera desiderata. In questo caso io li ho fritti in olio profondo, anche per saggiarne la consistenza e la tenuta, ma sono ottimi (e più leggeri!) anche al forno.
Ovviamente questa è una ricetta base: si può aggiungere qualsiasi altro ingrediente, come ad esempio cipolla, carciofi, o spinaci.




E questo è il piatto finito. Buon appetito e alla prossima ricetta!


domenica 27 novembre 2011

Tempeh marinato con patate

La stagione fredda porta con sé voglia di tisane, minestre e... stufati!

Dosi per due persone:
300g di tempeh
Due patate medie
Un cucchiaio di salsa di soia
Mezza cipolla bianca
Un cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva più un filo per la padella
Un cucchiaio di galangal in polvere
Uno spicchio d'aglio
Mezza tazza di brodo vegetale
Un rametto di rosmarino
Pepe

Con almeno un  paio d'ore d'anticipo preparare la marinata a base di olio, salsa di soia, galangal e aglio, e utilizzarla per insaporire il tempeh tagliato a listarelle in una ciotola, conservandola in frigo. Quando arriva il momento di iniziare a cucinare, sbollentare le patate tagliate a tocchetti di 3cm di lato in acqua bollente salata per cinque minuti. Nel frattempo far appassire la cipolla tritata con un filo d'olio e aggiungere il tempeh, il brodo e il rosmarino. Cuocere a fuoco vivace per dieci minuti, aggiungere le patate e quindi continuare la cottura fino a quando queste ultime non saranno cotte il sugo ristretto. Aggiungere una parte della marinata per insaporire e il pepe.
Servire con insalata fresca (nella foto c'è anche una pagnotta cotta con il metodo del pane bat bot in padella).

Il panino imbottito:

Il Tempeh è una praparazione indonesiana a base di fagioli di soya. Questi vengono fatti fermentare per alcune oore con spore fungine, fino a quando il micelio non forma un panetto compatto. La fermentazione rende le caratteristiche nutrizionali della soya più biodisponibili, ed alcuni recenti studi sembrerebbero indicare i funghi responsabili della fermentazione come possibili produttori di Vit. B12.
Dal punto di vista gastonomico è un eccellente sostituto della carne, sia a livello proteico che "visivo", in quanto si presta a preparazioni come carbonara, amatriciana, spezzatini, stufati e cotolette.

domenica 2 ottobre 2011

Insalata di farro "The End of the Summer"

L'estate è finita già da un pezzo, anche se dalle temperature torride degli ultimi giorni non si direbbe. Avevo preparato questo piatto all'inizio di settembre, ma a giudicare dal cielo terso di questa calda domenica ottobrina non sarà totalmente fuori luogo riproporvelo. Si tratta di un'insalata tiepida che porta il nome di una splendida canzone dei Cocoanut Groove, "The End of Summer on Bookbinder Road".

Ingredienti per due persone:
150g farro
150g fagioli borlotti freschi sgranati
Un pezzetto di alga kombu
Una zucchina grande o due piccole
Una decina di pomodorini
Un filo d'olio extra vergine d'oliva
Sale e pepe
Aneto secco
Qualche goccia di succo di limone


Il procedimento
Rosolare le zucchine tagliate a cubetti in padella senza alcun condimento, aggiungere due bicchieri d'acqua e cuocere a fuoco lento con coperchio per circa 20 minuti, o comunque fino a che non saranno diventate tenere. Frullatele con un pizzico di sale, pepe, limone e aneto a piacere.
Intanto lessare i fagioli in abbondante acqua,  per circa un'ora, insieme all'alga kombu. Rosolare il farro in una padella antiaderente per qualche minuto, aggiungere un paio di mestolate dell''acqua calda dei fagioli e cuocere coperto a fuoco lento per circa 20 minuti, come alla maniera Pilaw. Condire il farro al dente con i fagioli, il pesto di zucchine, un filo d'olio extra vergine d'oliva e i pomodorini tagliati a pezzetti a crudo. Aggiungere sale a vostro gusto e il limone.


I sapori
Adoro associare i sapori farinosi e corposi di legumi e cereali alla freschezza  lievemente acidula del pomodoro fresco, enfatizzata dall'uso del succo di limone, trovo che "ripulisca" un po' il palato dall'alta quota di carboidrati che caratterizza il piatto. Il pesto di zucchine lega il tutto, insieme a un filo del buonissimo olio della nonna.
L'aneto: non ho ancora avuto la possibilità di provare quello fresco, ma devo dire che quello secco si sposa magnificamente con le zucchine  (ricetta" rubata" in un ristorante Greco) e, ovviamente, con i finocchi in insalata.

sabato 11 giugno 2011

The Englishman Dumplings - Ravioli ripieni di castraure e patate con ragù di lenticchie



Ieri pomeriggio, mentre portavo a casa la spesa in bici cercando di sopravvivere all'acquazzone a sorpresa, non so perchè mi è venuta in mente questa canzone. Forse mi è tornato in mente quando la ascoltavo con mio padre da bambina, o forse mi sono sentita un po' "estranea" in una città in cui vivo da fuori sede da quasi due anni? Fatto sta che ho inziato a canticchiarla, mentre il diluvio imperversava io pedalavo sulla mia bici sgangherata carica di buste della spesa, e ha continuato a frullarmi in testa anche mente pensavo a cosa preparare per cena.


Da ciò sono nati questi raviolotti, che sono stati anche l'occasione  per provare il mio nuovo utensile da cucina: l'attrezzo chiudi ravioli!
Ma procediamo con la ricetta: ingredienti per due persone.

Impasto
30g farina di riso
70g farina di semola
Un pizzico di sale
Acqua qb

Ripieno
Due patate medie a pasta gialla bio
4 castraure (boccioli di carciofo) bio
Un pizzico di pepe
Sale
Un mazzetto di salvia fresca bio

Sugo
50g di lenticchie
3cm di alga kombu
Due foglie di alloro secche
Cipolla tritata
Due spicchi d'aglio
Due cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
Un pizzico di sale
Mezzo cucchiaino di dado fai da te

Procedimento
L'impasto è quasi identico a quello dei ravioli di riso con ripieno verde, senza curcuma. E anche il procediemnto è il medesimo, semplicemente mixare tutti gli ingrendienti secchi e aggiugere acqua quanto basta per ottenere un impasto liscio e omogeneo. Una volta pronto, coprirlo con un telo da cucina e intanto preparare il ripieno. 

Pelare e tagliare a tocchetti le patate e lessarle in acqua bollente salata. A metà cottura (cioè dopo circa 10 minuti) aggiungere le castraure pulite e sminuzzate. Quando tutti gli igredienti saranno teneri scolare e frullare con la salvia fresca  e un pizzico di pepe.
A questo punto siamo pronti per "impacchettare i ravioli" e vi presento lui, il mio fido aiutante in questa fatica:
Ho steso la pasta come al solito con il mattarello, cercando si ottenere una sfoglia il più sottile possibile, da cui ho ricavato dei cerchi di diametro circa uguale a quello dello strumento, con una tazza. 
È consigliabile spolverizzare l'aggeggio con abbondante farina, per evitare che i ravioli restino incollati o si spacchino. Posizioniamo quindi il nostro "raviolo-to-be":
Aggiungiamo nella parte centra le un cucchiaino di ripieno e inumidiamo con acqua un dei lati che andranno a congiungersi:

Delicatamente avviciniamo le due maniglie; ho notato che a questo punto conviene spingero con il dito il ripieno verso gli angoli esterni, così non si rischia che fuoriesce e si ottiene un raviolo ben "imbottito".
E... Clac!
Il nostro raviolo è pronto.

Non ci resta che rimuoverlo delicatamente e procedere alla farcitura di tutti i tondini disponibili. Questa è stata la mia produzione, ho ottenuto 15 pezzi, purtroppo uno si è rotto in cottura ma tutto sommato direi che 7 a persona sono sufficienti.
Tengono meglio la cottura se lasciati essiccare un po', ma l'oretta che mi è servita per cuocere il ragù di lenticchie è bastata.

Uno sguardo nel dettaglio:

Per preparare il sugo di accompagnamento poniamo le lenticchie in una pentola con circa un litro d'acqua e cuociamo per circa 40-50 minuti a fuoco medio basso, da quando inizia a bollire. A metà cottura ho aggiunto l'alga kombu e l'alloro. Quando le lenticchie sono pronte e l'acqua di cottura notevolmente ridotta, in una padella rosoliamo nell'olio l'aglio e la cipolla, aggiungiamo le lenticchie con il loro sughino e lasciamo ridurre. 


Mi era avanzato un po' di ripieno, così l'ho aggiunto al ragù, insieme al dado fatto in casa.
 Intanto lessare i ravioli in abbondante acqua bollente salata per circa 4-5 minuti. Scolateli al dente e aggiungeteli al sugo per una breve mantecatura.
Ed ora, siamo pronti per impiattare!

 E il ripieno:
Chiedo scusa per le pesanti ombre scure nelle foto, purtroppo le ho scattate di sera con luce artifciale al neon e flash. :(

giovedì 2 giugno 2011

Cotolette di melanzane con panatura vegan!

Ingredienti per quattro o cinque simil "cotolette":
Una melanzana viola tonda
4-5 fette di scamorza
4-5 cucchiai di farina di fave
Acqua qb
Pangrattato ed eventuale granella di frutta secca per la panatura
Olio d'oliva non extra vergine per friggere

Prima di tutto, tagliare la melanzana a fette spesse circa un centimetro, e porle sotto sale in uno scola pasta, affinché rilascino del liquido scuro e con esso il sapore amaro caratteristico. Dopo alcune ore risciacquarle con acqua corrente e asciugarle bene con un cannovaccio.
Quindi prepariamo tutto il necessario per la panatura, ossia il sostituto vegano delle uova e il mix di pangrattato e frutta secca tritata.
In una ciotolina aggiungiamo acqua alla farina di fave fino a quando non avremo ottenuto una consistenza fluida ma non troppo liquida. Dovrà essere un po' più densa del normale uovo sbattuto.
Ora è il momento di impanare le nostre "cotolette", io le ho fatte in versione "cordon bleu", inserendo una fetta di scamorza tra due di melanzana ma si possono friggere anche ad una ad una e con qualsiasi altro ripieno, l'importante è che sia ben compatto e asciutto, in modo da non fuoriuscire durante la cottura. In ogni caso,occorre immergerle prime nella pastella di farina di fave, passare nel pangrattato e ripetere il procedimento una seconda volta. Nella versione ripiena è importante assicurarsi che i bordi siano ben sigillati facendo "rotolare" le fette nella pastella. La versione ripiena sembrava enorme, ho pensato che non si sarebbero cotte mai e poi mai. Poi per fortuna con il calore si sono un po' ristrette.
Ora è il momento di friggere, in olio d'oliva raffinato, come al solito, fino a quando non saranno dorate.

Ed eccole qui, croccanti e saporite, servite con un'insalata di pomodori. 

lunedì 18 aprile 2011

Ravioli di farina di riso con ripieno verde


Sono in ritardo, sono in ritardo sono in ritardoooooo! Inutile, continuo a pubblicare ricette con settimane di ritardo, tra lezioni all'università, studio e esami in arrivo, il tempo scarseggia. Questa è stata la prima ricetta realizzata con la  farina di riso,  in seguito ho provato anche impasti lievitati (che chissà quando avrete modo di ammirare, ehehe) ma devo dire che la preferisco per la pasta fresca, rende l'impasto morbidissimo e malleabile, senza bisogno di usare uova, si stende anche abbastanza sottile, una meraviglia...
Ma procediamo con la ricetta:
Per due porzioni di impasto occorrono:
70g di farina 00 manitoba
30g di farina di riso
Un pizzico di curcuma, per dare un po' di colore (opzionale)
Acqua q.b.

Per il ripieno:
500g si spinaci freschi
150 g di rucola fresca
Sale e pepe

Per il ragù:
250 mL di passata di pomodoro
500 mL di acqua
Due cucchiai di olio extra vergine d'oliva
Un cucchiaino di dado vegetale fatto in casa
Uno scalogno
Un salsiccia di mopur
Due foglie di alloro secco

Per guarnire:
Gomasio

Aggiungere al mix di farine ed eventuale curcuma acqua tiepida quanto basta ed impastare fino ad ottenere una palla liscia e morbida.

Lasciarla riposare per un quarto d'ora, intanto preparare il ripieno: in una capace padella antiaderente porre gli spinaci, senza alcun tipo di grasso né acqua, si ridurranno di volume rilasciando liquido per la cottura.
Dopo una ventina di minuti, quando saranno cotti, raffreddateli sotto acqua corrente fredda e strizzateli, aggiungete la rucola, sale e pepe a vostro piacimento; è importante che il ripieno non sia troppo umido, altrimenti quando cercherete di chiudere i "panzerotti" vi si sfalderanno tra le mani.  

Stendere l'impasto in una sfoglia sottile, e ritagliare dei cerchi.
Io ho usato un bicchiere di vetro come formina, volevo farli a forma di mezzaluna.
Tuttavia se possedete quell'attrezzo per fare i ravioli o volete cimentarvi nei tortelli, non dimenticate di farmi sapere come sono venuti, magari postando una fotina!).

Porre al centro di ogni ritaglio di pasta una pallina di ripieno verde, inumidire i bordi del raviolo con acqua e chiuderlo facendo combaciare i bordi da un lato, a formare una mezzaluna. Rimpastare i ritagli avanzati e ripetere l'operazione stesura/ritaglio/rimpasto.Una volta finito, consiglio di farli seccare per almeno mezzora, così non rischiate disastri in cottura. Conservateli in frigo se non li mangiate subito, fino al giono dopo.
Quelli in foto a destra sono i migliori che sono riuscita a fare, sotto invece l'intera produzione (le palline sono due ravioli suicidi nel quale il ripieno troppo umido, complici le mie mani impasticciate, ha finito per ammollare l'impasto rendendo necessario un rattoppo d'emergenza con i ritagli finali di pasta).
Bianco su bianco si vede poco lo so, ma li avevo appena spolverati con farina di riso per impedire che si attaccassero fra loro. Ho provato ad aumentare il contrasto e la saturazione della foto ma il risultato varia poco.

Ora prepariamo il sugo, dato il ripieno fresco e leggero, ho azzardato un ragù nell'intento di consumare l'ultima salsiccia di mopur, che devo dire espleta molto meglio la sua funzione di surrogato veg meglio sminuzzato e condito che con ketchup e insalata dentro un panino...
Tuttavia anche in padella con olio (o margarina) e salvia avrebbero fatto la loro figura, soprattutto se nel ripieno avessi messo anche del tofu, che non avevo. Veganizzazione perfetta dei tortelli ricotta e spinaci!

Per quanto riguarda il finto ragù, rosolare in abbondante olio EVO lo scalogno tritato e la salsiccia sbriciolata, per qualche minuto. Aggiungere la passata di pomodoro, l'acqua, il dado vegetale e le foglie di alloro. Cuocere a fuoco moderato con coperchio per circa venti minuti, o fino a quando non si sarà ristretto, così:
Cuocere i ravioli in abbondante acqua bollente salata  fino a quando non salgono a galla (2 o 3 minuti), scolarli e tuffarli nel sugo, per mantecarli bene. Guarnire il piatto con un'abbondante spolverata di gomasio, se piace, sennò anche un trito di mandorle tostate e pinoli andrà benissimo.
Una visione del piatto d'insieme, un po' incasinata ma avevo fame e il piatto non voleva saperne di farsi fotografare, è poco bello esteticamente, facciamo finta che il soggetto della foto sia il secondo raviolo dall'alto, che è stato così carino da mettersi in posa, mentre gli altri rotolavano allegramente nel ragù senza alcun ritegno...

In realtà non sono venuti così gialli, ecco cosa succede a fare le foto di sera con la luce artificiale. Uno sguardo "al morso", la foto è simile alla prima del post eccetto per la sfocatura sul ripieno, ma ci tenevo troppo a mostrare la rucoletta ancora verde e fresca, si cuociono così in fretta che non ha il tempo di appassire. Da sbafarsene una doppia porzione!

sabato 12 marzo 2011

Polpette di granulato di soia con sedano rapa fritto

Il granulato di soia può essere un ottimo ingredienti per persone che, come me, si trovano ancora nella fase di transizione tra alimentazione onnivora e vegetarianesimo. Si tratta di farina si soia trattata fino ad avere la forma di bistecche, bocconcini o, appunto, granulato. Previo ammollo in acqua calda o brodo, si cucina in maniere "umida", altrimenti può diventare eccessivamente spugnosa. Il risultato dopo la reidratatzione è quello di piccoli fiocchi, in tutto e per tutto somiglianti, alla vista, a pezzettini di carne di pollo. Il sapore è delicato, con un retrogusto di fagiolo che si presenta solo se non vengono aggiunti altri ingredienti per modificarne il sapore.
Il mio esperimento si è quindi limitato a una veganizzazione delle classiche polpette carnivore, che prevedo di replicare a breve aggiungendo zucchine, spinaci o altra verdura all'impasto.

Ingredienti per una decina di polpette
Due manciate di granulato di soia
Un pugno di pangrattato
Due cucchiai di farina di fave
Acqua qb sale pepe

Olio d'oliva raffinato per friggere (come insegna la brava Erbamedica, le proteine raffinate contenute si denaturano a temperature più alte di quelle dell' extravergine, il punto di fumo è più alto quindi, fa un pochino meno male, ricordando sempre che il fritto non è mai salutare, però... è buono e ogni tanto si può fare!)

Ammollare il granulato in acqua calda salata o brodo per una mezz'ora, poi scolare e strizzare . È possibile fare questa operazione il giorno prima e conservare il nostro "trito" in frigorifero fino al momento di utilizzarlo.
Prepariamo ora un sostituto vegan delle uova: aggiungiamo alla farina di fave acqua quanto basta per ottenere una pastella fluida che ricorda la consistenza dell'uovo sbattuto. Quindi impastare con energia il trito di soia, la pastella di farina di fave, sale, pepe, prezzemolo e qualsiasi altro aroma vogliate, aggiungendo pangrattato fino a ottenere un composto sodo ma ancora vagamente appiccicoso e non troppo duro. Formare delle palline grandi all'incirca come una noce, scaldare l'olio e friggerle fino a quando non saranno dorate e croccanti.

Nella foto potete vederle con delle chips sedano rapa fritto, previa bollitura in acqua salate succo di limone. Purtroppo il mio primo incontro con questo tubero non è stato dei migliori, l'ho cotto per troppo tempo ma penso che con qualche piccolo accorgimento la ricetta potrebbe di gran lunga migliorare.

sabato 26 febbraio 2011

Torta salata svuota frigo

Avete presente quando si torna a casa la sera, esausti e assonnati, con la sola voglia di lavarsi via la stanchezza e abbandonarsi al caldo abbraccio delle coperte, dimenticandosi che esiste un mondo oltre il materasso, fino al mattino successivo? È esattamente quello che è successo a me ieri sera, e i miei programmi stavano per risolversi con una tazza di tè e la nuova puntata di The Big Bang Theory, quando il mio stomaco ha iniziato a brontolare. Ho aperto il frigo con l'intenzione di applicarmi il minimo indispensabile e sporcare quante meno stoviglie possibile.
Erano lì che mi fissavano, dei resti di formaggio, verdure bollite, funghi trifolati. Poi, dietro il cartone delle uova, faceva capolino un rotolo di pasta sfoglia già pronta.
Ne è venuta fuori una ricetta sfiziosissima, e dato che il risultato è stato ampiamente apprezzato, posto la ricetta. Le dosi sono a occhio, ovviamente.

Un rotolo si pasta sfoglia surgelata
2 patate lesse
I gambi bianchi di una grossa costa  (bietola) bollita la sera prima
Funghi champignon trifolati con aglio e olio extra vergine d'oliva (una porzione, quindi presumo circa 100g)
Formaggio bra (anche qui, se dovessi replicare, ne metterei 100g)
Un uovo
100 ml (mezza confezione) di panna da cucina, avanzata a uno dei miei coinquilini e salvata per un pelo dalla pattumiera
Parmigiano grattugiato (ehm, una manata??)
Sale, pepe, erba cipollina, noce moscata, prezzemolo secco

Per quanto riguarda il procedimento, niente di più semplice. Porre tutti gli ingredienti solidi, meno la sfoglia, in una capiente ciotola e frullare con il minipimer (io ho salvato giusto qualche fungo, per dare un po' di consistenza alla farcia). Se preparate le verdure sul momento, fatele raffreddare prima. Aggiungere l'uovo, la panna e il parmigiano grattugiato, sale, pepe e spezie varie. Srotolare la sfoglia, ancora nella sua carta forno, su una teglia e riempire con la crema di patate, bieta, formaggio e panna. Non preoccupatevi se sembra molto liquida, si addenserà in cottura. Ripiegare delicatamente i bordi della pasta verso l'interno, facendo attenzione a non farli affondare nel ripieno (sembra ridicolo, ma può capitare!). Cuocere in forno già caldo a 180°-200° fino a quando la sfoglia non sarà dorata e il ripieno compattato. Ci vorranno circa 20-30 minuti, quindi, se avete la fortuna di vivere con qualcuno che può controllare il forno al posto vostro, potete farvi un bel bagno rilassante.
Vi lascio una foto per scopi esplicativi, non è venuta un granchè esteticamente, ma vi assicuro che il piatto ne valeva la pena.
Buon appetito!

martedì 22 febbraio 2011

Funghi ripieni vegani

Rieccomi, sono sopravvissuta alla sessione d'esami invernale. Sono state settimane intense, non ho avuto il tempo di aggiornare il blog, ma ho documentato diligentemente ogni mio pasto, appuntando gli ingredienti e scattando rapide fotografie.
Quella che segue è proprio una ricetta super veloce, di facile esecuzione ma dal risultato davvero sfizioso!
Innanzitutto, gli ingredienti. Vi serviranno:

Una decina di funghi champignon freschi, più o meno della stessa misura
Una manciata di pinoli
Qualche mandorla tostata e spellata
Una o due fette di affettato di Muscolo di Grano, tipo bresaola
Pangrattato
Un paio di cucchiai di cipolla bianca tritata
Prezzemolo
Aneto
Sale e pepe
Olio extra vergine d'oliva

Pulire, lavare e spazzolare bene i funghi, rimuovendo ogni residuo di terra. Staccare i gambi dalle cappelle, avendo cura di conservarle integre. Tritare i gambi con i pinoli, le mandorle, la cipolla e l'affettato vegetale, aggiungere un filo d'olio EVO, il sale, pepe, aneto e prezzemolo secchi, secondo il vostro gusto. Mischiare con il pangrattato, fino a ottenere un composto compatto, con cui andrete a farcire le cappelle. Oliare abbondantemente una pirofila da forno e trasferirvi i funghi ripieni.
Io li ho accompagnati con un contorno di patate al forno, condite con paprika dolce, Olio EVO, sale e pangrattato, mi piacciono ben dorate e croccanti. Le ho tagliate a pezzettini, mixate con il condimento (ed eventuale ripieno dei funghi avanzato) e aggiunte nella teglia. Coprire con un foglio di alluminio (o, ancor meglio, con un coperchio che possa andare in forno) e cuocere a 180° per 15 minuti, poi altri 15 scoperto. Il piatto è pronto per essere gustato, è buono anche il giorno dopo, ho riscaldato in padella i tre funghetti superstiti, senza altro olio, in quanto la ricetta già ne richiede molto.
Spero che vi piacciano, io li trovo particolarmente interessanti anche come sostituzione per chi si sta avvicinando a una alimentazione cruelty-free, non hanno davvero nulla da invidiare ai corrispettivi onnivori!